Ma perchè vi sto parlando di Dampyr? Perchè ho comprato il numero di febbraio, "Il sigillo di Lazzaro", che merita due parole. La storia è un classico del genere: gli eroi devono trovare un antico manufatto sulle cui tracce sono anche i nemici e in più salterà fuori un terzo incomodo. Una storia tutto sommato buona e che si fa leggere con piacere. Ma allora cos'ha di speciale questo numero? Semplice: è uno dei numeri più "politici" della Sergio Bonelli Editore.
L'ambientazione di questa avventura è infatti la città dell'Aquila, colpita dal violento terremoto del 2009 (il quale viene anche riproposto in una sequenza) e letteralmente abbandonata dalle istituzioni. E Harlan, il protagonista, col suo socio Kurjak, passeggiando per il centro storico ne denunciano a chiare lettere l'abbandono da parte delle istituzioni e di come tutto sia ricaduto sulle spalle dei cittadini che, rimboccatisi le maniche, sono andati avanti e hanno cercato di vivere nella maniera più normale possibile, dimostrando grande coraggio e dignità.
Nata da un'idea di Boselli e scritta e sceneggiata da Cajelli, è dunque una storia importante per il messaggio sociale e politico, che lascia facilmente dimenticare i piccoli difetti che non inficiano la qualità della storia come alcuni dialoghi un po' forzati, quasi finti, e i disegni di Fabrizio Russo che, per come lo conoscevo su Martin Mystère, sono un po' peggiorati.
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