lunedì 31 dicembre 2012

Le storie apocrife di Corto Maltese - 1

Tra i tanti personaggi del mondo dei fumetti, Corto Maltese è stato quello che più mi ha formato e ispirato. Le sue storie non sono solo racconti di avventura, ma un vero e proprio stile di vita, una filosofia - massonica  - che si ricava solo dopo l'attenta osservazione di quelle che sembrano semplici vignette. E come me, ha ispirato tantissime altre persone, anche se pochi hanno avuto il privilegio di capirlo veramente. Fatto sta che il personaggio di Hugo Pratt ha creato un vero e proprio immaginario, sopravvissuto anche alla morte del suo creatore.
Nonostante Pratt non abbia raccontato tutto esplicitamente del marinaio figlio della Nina de Gibraltar, molte altre notizie si ricavano leggendo con attenzione le sue storie, quasi come una rotta per un'isola del tesoro. Eppure c'è ancora altro della sua vita ed è determinato dai racconti "apocrifi", ovvero scritti da autori diversi da Pratt e di cui questa mia rubrica tratterà.

In questo primo appuntamento voglio parlare della barca di Corto Maltese. Corto naviga spesso e lo fa a bordo del  suo yawl (o iolla), un tipo di imbarcazione a vela a due alberi, simile ad uno sloop o ad un cutter, con il secondo albero, più piccolo, posizionato a poppa. Corto ci gira il mondo, dai Caraibi al Mediterraneo, ci vive dentro, ospita amici come il professor Steiner e segue rotte per luoghi mitici.
Ma una volta che Corto si ritira a vita privata da Pandora, cosa è successo alla sua imbarcazione? La risposta ce la fornisce un collega di Pratt, il maestro Vittorio Giardino, in una breve storia del 1993 intitolata "La rotta dei sogni". Andiamo ad esaminarla.
In apertura del breve racconto, scopriamo che un'imbarcazione vecchia di 80 anni, uscita dai cantieri di Plymouth nel 1912, è stata acquistata da un marinaio, tale Diego Martin, da una fantastica donna creola di nome "Bouche Dorèe", la quale l'aveva ricevuta a sua volta in regalo da un suo amico marinaio. Bouche Dorèe è proprio la Bocca Dorata delle storie caraibiche di Corto, un potente demone nascosto nelle sembianze di un'affascinantissima donna mulatta e l'amico marinaio è sicuramente Corto Maltese. Ma basta così poco per determinarlo? No, e infatti, quasi come a dissipare ogni dubbio, la vignetta successiva da ulteriori informazioni. Al momento dell'acquisto, raccontato nel fumetto ma non mostrato, Bouche Dorèe mostra una vecchia foto del marinaio, che viene definito "un tipo strano, che fumava un sigaro brasiliano e aveva un'orecchino all'orecchio sinistro". Non ci sono dubbi. Si tratta proprio di Corto Maltese e, di conseguenza della sua imbarcazione. E viene citata anche l'immortalità di Bocca Dorata, tanto che Diego Martin ipotizza che il marinaio le abbia lasciato l'imbarcazione quando lei era ancora piccola.
Appurato che l'imbarcazione è quella di Corto, viene da chiedersi cosa Diego Martin voglia farsene. Vuole venderla per pagare gli alimenti a moglie e figli. Ma poi fa uno strano sogno in cui l'acquirente, uno spregevole narcotrafficante, vuole installare dei motori, modernizzarla e usarla per il commercio della droga, distruggendo di fatto e moralmente un capolavoro navale appartenuto ad una leggenda dei sette mari. Al risveglio dall'incubo Diego ha le idee chiare e inverte la rotta verso l'ignoto. Le sue ultime parole saranno "Non mi avranno mai, vivo.", forse le stesse che pronunciò Corto prima di ritirarsi...


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