lunedì 7 gennaio 2013

El Barco

C'è un telefilm senza sigla, giusto il titolo che compare per qualche secondo. C'è un gruppo di persone isolate dal mondo. Alla base del loro isolamento c'è un incidente tecnico\scientifico riguardante il magnetismo terrestre.  C'è una comunità di sconosciuti che deve imparare a convivere. E tanti misteri che verranno a galla.
Molti penseranno subito a "Lost", ma si sbagliano. Si tratta di un telefilm spagnolo, la cui prima stagione è andata in onda nel 2011 e ora veleggia verso la terza: "El barco" (La nave). Sto seguendo la prima stagione e ne sono rimasto favorevolmente colpito. Sia chiaro, la serie è lontana dall'essere perfetta ma, grazie ai soldini dei numerosi sponsor, è comunque un prodotto godibilissimo, che può rivaleggiare con qualche serie americana e che, soprattutto, da una lezione di mestiere a quei pseudo-film tv che produciamo noi in Italia. Tra "El barco" e una qualunque serie nostra c'è un baratro. A livello tecnico, di sceneggiatura, di recitazione, di computer grafica, di luci, di battute, di montaggio, di fotografia. Un sorpasso che ci fa sembrare un paese del terzo mondo.
Ma di cosa parla la serie? Durante l'esperimento col Large Collider Hadron al CERN di Ginevra, qualcosa va storto e tutti i continenti vengono spazzati via. Non c'è più terra sulla Terra. Colpo di fortuna vuole che si salvi una nave, la Estrella Polar, con a bordo capitano, ciurma, allievi cadetti, una scienziata, un bad boy e un clandestino. Puntata dopo puntata scopriranno cosa è successo e come dovranno riordinare totalmente le loro vite in quanto ultimi (per ora) sopravvissuti della razza umana. Ovviamente a bordo c'è chi conserva segreti e chi è collegato direttamente all'esperimento del CERN.
Certo, la serie non è priva di difetti, a volte ci sono dei buchi enormi nella sceneggiatura e quando ci sono i momenti da soap-opera, pare che la regia si pieghi e riproponga quello stile. Gli stessi personaggi a volte compiono azioni che si allontanano troppo dai loro ruoli ben definiti; la stessa definizione dei ruoli ci viene data in maniera diretta, come se lo spettatore avesse bisogno di essere imboccato.
Tuttavia ci si abitua presto a questo stile e subito ci si lascia travolgere da questa serie, fresca e comunque equilibrata, che si è studiata per benino il famoso tv show di J. J. Abrams riproponendolo in chiave marittima e per un pubblico internazionale e non solo spagnolo.


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